Articolo dal quotidiano Avvenire Domenica, 15 gennaio 2012 (inserto: La Spezia7)
al Santissimo Sacramento
Domenica prossima 22 Gennaio prende il via l’«Adorazione perpetua»
alla Spezia, nella chiesa di Santa Maria Assunta in piazza
Beverini. Il vescovo Moraglia Francesco alle 18 celebrerà la Messa
solenne di inaugurazione. Seguirà la processione del
Santissimo Sacramento fino alla cappella adiacente detta del
«Crocifisso» in via Rattazzi 82.
A padre Justo Antonio Lo Feudo, dei Missionari
della Santissima Eucaristia che hanno per carisma la
promozione, l’organizzazione e la creazione dell’«Adorazione
perpetua» nelle parrocchie e nelle diocesi, abbiamo rivolto
alcune domande.
Non le pare che parlare di adorazione oggi per molti sia fuori moda?
L’adorazione non è soggetta a un’epoca, ma è il culto sempre
attuale dovuto solo a Dio, semplicemente perché Egli è Dio. Lo
dice la Scrittura: «Il Signore, Dio tuo, adorerai e a Lui solo
renderai culto». Dobbiamo rendere a Dio quello che appartiene
a Dio, ossia l’onore, la gloria, l’adorazione!
Tutti dunque siamo chiamati ad adorare... Sì, adorare è cosa insita
in noi, nella nostra natura di creature. Il cuore dell’uomo è
stato creato per adorare Dio. E’ nell’adorazione che trova la sua
pace, il suo ristoro. Ricordiamo sant’Agostino: «Ci hai fatti per
Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposi in
Te». La nostra adorazione non è un culto astratto ma ben
concreto. Noi adoriamo Dio in Gesù Cristo che è realmente
presente nel Santissimo
Sacramento.
Che cosa è l’«Adorazione perpetua» e come si svolge?
E'l’adorazione al Santissimo
esposto giorno e notte, tutti i
giorni, cioè sempre. Si svolge
nel silenzio. Abbiamo
bisogno del silenzio per
raggiungere il dovuto
raccoglimento. Il silenzio del
pieni di rumori, di tante cose
che ci tolgono dal nostro
interiore, e dobbiamo tornare
al profondo del cuore.
L’adorazione è scuola di
silenzio: la Presenza del
Signore parla al nostro
silenzio e lo rende ascolto.
Che bisogno c’è di adorare giorno e notte?
Così ci uniamo alla liturgia celeste, dove Dio
è adorato senza sosta. L’adorazione perpetua è culto incessante
a Dio, «così in cielo come in terra». Ed è Gesù Cristo il nostro
modello: Lui passava notti intere in preghiera e adorazione al
Padre.
Quali ne sono i frutti? Quando il cuore si apre alla pace che
viene dalla presenza viva del Signore nell’Eucaristia si converte
a Dio e riceve quella pace che porterà agli altri. Sono tantissime
le testimonianze di conversioni, di salvezza. Un altro frutto è
l’intimità col Signore che diventa crescita spirituale. Chi adora
vive più intensamente la Messa e riscopre lo stupore davanti al
sacro. Nel silenzio adorante maturano le vocazioni, sia alla vita
consacrata, sia alla famiglia.
Non si corre il pericolo di diventare dei «contemplativi» passivi,
intimisti, dimenticando, ad esempio, la dimensione della carità?
Tutto il contrario! L’Eucaristia racchiude la missione e da essa
parte l’evangelizzazione. Può sembrare che nell’adorazione non
succeda nulla, invece tutto accade lì, perché è Dio che trasforma
le persone. Caso mai l’adoratore nel suo abbandono fa che Dio
agisca in lui. Adorare significa diventare più sensibile agli altri e
ricevere la forza per andare verso di loro. Adorare implica
intraprendere un cammino serio di conversione.
Quanti sono gli iscritti? Sono oltre settecento, con almeno un’ora
settimanale ciascuno. La cappella sarà aperta comunque a tutti e
sempre potranno iscriversi nuovi adoratori. (G. S.)
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