BEATA ALEXANDRINA MARIA DA COSTA
Alexandrina Maria nacque a Balasar (Portogallo) il 30 marzo 1904. A 14 anni accade un fatto che segnerà tutto il resto della sua vita: per sfuggire all’ aggressione di 3 uomini malintenzionati e salvare la propria purezza minacciata non esitò a gettarsi dalla finestra. Le conseguenze furono terribili, anche se non immediate.
Fino a 19 anni si reca in chiesa, ma la paralisi avanza sempre più e i dolori diventano insopportabili. Dopo qualche anno, nel 1925, si mette a letto per non alzarsi più, fu costretta a letto per una paralisi ingravescente per i restanti 30 anni della sua vita.
Ella non disperò, ma decise di affidarsi a Gesù con queste parole" come Tu sei prigioniero nel tabernacolo ed io lo sono nel mio letto per la tua volontà così ci faremo compagnia".
Rinunciando a chiedere il miracolo della guarigione, intuisce che la sua missione è “soffrire, amare, riparare”.
Inizia allora una grande unione mistica con Gesù, "prigioniero” in tutti i tabernacoli del mondo.
Dopo 10 lunghi anni di paralisi che ella aveva offerto per la riparazione eucaristica e per la conversione dei peccatori, il 30 luglio 1935 Gesù le appare dicendole: "Ti ho messa al mondo, per farti vivere solo per Me, per testimoniare al mondo quanto vale l'Eucarestia(...) La catena più forte che lega a Satana è la carne, è l'impurità. Mai si vide un dilagare di vizi, malvagità e crimini come oggi! Mai si peccò così tanto(...) L' Eucarestia : ecco la salvezza del mondo".
Anche Maria le apparve con il Rosario in mano, dicendole:" Il mondo agonizza e muore nel peccato. Voglio orazione, voglio penitenza. Proteggi con questa mia corona tutti quelli che ami e tutto il mondo" Nel 1935 sente Gesù esporle per la prima volta il suo desiderio che il mondo venga consacrato al Cuore Immacolato di Maria.
In seguito Alexandrina iniziò a vivere esperienze mistiche sempre più forti, dal venerdì 3 ottobre 1938 al 24 marzo 1942, per ben 182 volte, visse ogni venerdì con segni e movimenti visibili le diverse fasi della passione di Gesù, mentre aumentano le sofferenze e anche le persecuzioni da parte del demonio.
A quel punto, il padre Mariano Pinho, gesuita, suo direttore spirituale, si rivolge direttamente a Pio XI per chiedere la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria.
Quando la richiesta della consacrazione verrà accolta da Pio XII nel 1942, cesserà la passione visibile del venerdì e comincerà un altro “segno”: durante gli ultimi tredici anni di vita, Alexandrina non si alimenterà più, vivendo soltanto dell’Eucaristia e durante un ricovero nell' ospedale della Foce del Douro presso Oporto, per 40 giorni e 40 notti venne controllata da vari medici nel suo digiuno assoluto e nell'anuria (assenza di urine).
Nel 1944, su invito del salesiano don Umberto Pasquale, suo nuovo direttore spirituale, diventa Salesiana Cooperatrice. Migliaia di visitatori accorrono da tutte le parti per chiedere consigli e preghiere.
Il 13 ottobre 1955, anniversario dell'ultima apparizione della Madonna a Fatima, la si sentì esclamare:" Sono felice, perché vado in Cielo". Alle 19,30 dello stesso giorno Alexandrina muore. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004.
Dopo la beatificazione della Beata Alexandrina (2004) è andato crescendo il movimento di interesse alla sua spiritualità e al suo messaggio. Ogni fine settimana dalle tremila alle cinquemila persone visitano i luoghi che custodiscono la memoria della sua vita e della sua testimonianza. Per dare risposta alla richiesta di accoglienza e di accompagnamento spirituale dei pellegrini, domenica 14 luglio la diocesi di Braga, con l’arcivescovo mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga, la parrocchia di Balasar, con il suo parroco, don Manuel Casado Neiva, e la Fondazione Alexandrina de Balasar, hanno indetto un concorso per la progettazione e la costruzione di un Santuario eucaristico dedicato alla Beata Alexandrina.
La Beata Alexandrina, grande anima eucaristica e portavoce della consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, ebbe come secondo direttore spirituale il salesiano don Umberto Maria Pasquale, che sarà anche il grande promotore della sua causa di beatificazione. Egli incoraggiò Alexandrina perché continuasse a dettare il suo diario, dopo aver constatato le altezze spirituali a cui era pervenuta; ciò che essa fece in spirito di obbedienza fino alla morte.
Nel 1944 Alexandrina si iscrisse all’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Volle collocare il suo diploma di Salesiana Cooperatrice “in luogo da poterlo avere sempre sotto gli occhi”, per collaborare col suo dolore e con le sue preghiere alla salvezza delle anime, soprattutto giovanili. La sua testimonianza sottolinea l’esigenza del cammino di conversione personale e comunitaria, incarnando in forma singolare la dimensione oblativa del carisma salesiano.
ApprofondisciCHIESTE E PROMESSE FATTE DA GESÙ
ALLA BEATA ALEXANDRINA MARIA DA COSTA
– RIFLESSIONI DURANTE L’ADORAZIONE DELLE QUARANTORE –
«Sono tanti, tanti e tanti i tabernacoli in cui sono lasciato solo: per giorni e giorni le anime non Mi visitano, non Mi amano; quando ci vanno, lo fanno per abitudine, per un obbligo. Molti non credono che io abito là».
«Che sia ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli, perché non sono solo coloro che non vogliono credere alla mia esistenza nel Santissimo Sacramento, ma sono tanti, tanti coloro che entrano nelle chiese e si fermano là senza salutarmi, non pensano a me neppure un momento».
«Ciò che mi portò nelle Prigioni (i tabernacoli) fu l’amore. E per tanti, per che cosa? Non credono alla mia esistenza, non credono che io abito là! Bestemmiano contro di me. Altri credono, ma non Mi amano e non mi fanno visita: vivono come se io non fossi presente là».
«Lontano dal Cielo, lontano da Gesù sono tutti coloro che sono lontani dal tabernacolo... Oh, se fosse ben compreso il tabernacolo! Il tabernacolo è la vita, è l’amore, è la gioia, è la pace. Il tabernacolo è luogo di dolore, di offese, di sofferenza: il tabernacolo è disprezzato; il Gesù del tabernacolo non è compreso».
«Mi chiedano tutto quanto vogliono stando alla mia presenza, davanti al tabernacolo: è da lì che viene il rimedio per tutti i mali».
«Sto tremando di freddo. A raggelarmi così furono le anime tiepide che si accostarono alla mia Eucaristia e fu tanto grande il loro numero! Il mio Divin Cuore non è lacerato solo dai pugnali di coloro che si comunicano sacrilegamente, che mi offendono con ogni varietà di crimini, ma è anche lacerato da queste anime gelide che non avanzano per nulla nel cammino della virtù e della perfezione, anzi indietreggiano, e a poco a poco deviano dal giusto cammino. Ripara questa freddezza: dammi il tuo amore al posto loro!».
«Invita tutti a venire al mio tabernacolo con purezza, con amore. Scrivi che io voglio che si predichi e si accenda nelle anime la devozione verso i tabernacoli. Dì al tuo padre spirituale che non indugi a diffondere per il mondo ciò che ho detto della mia Eucaristia; non vi è altro rimedio: è da lì che vengono gli aiuti saldi per sostenere la giustizia Divina. Il Santo Padre dia ordine a tutto il mondo Cattolico, che io regni nei miei tabernacoli, ma in mezzo a zelo e amore.
«Sto qui nel tabernacolo solo per amore: gli uomini non comprendono questo amore; sto qui per essere alimento e vita: gli uomini non vogliono alimentarsi e vivere la mia vita. Parla loro del mio amore, comunica loro il mio amore!».
«Figlia mia! Come io vedo il mondo!… Parla della mia Eucaristia: dì che lì sto come Uomo e come Dio. Di’ che voglio che mi amino come amo io. Parla loro dell’amore Eucaristico e della necessità di ricevermi».
«Fa’ che io sia amato da tutti nel mio Sacramento d’amore, il maggiore dei miei Sacramenti, il maggior miracolo della mia sapienza».
«Figlia mia, fa’ che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia. Fa’sapere in mio nome che: A quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi e passeranno un’ora di Adorazione davanti al mio tabernacolo in intima unione con me, prometto il Cielo.
«Parla dell’Eucaristia, che è prova di amore infinito, che è l’alimento delle anime.
Di’ alle anime che mi amano, che vivano unite a me durante il loro lavoro; nelle loro case, sia di giorno che di notte, si inginocchino spesso in spirito, e a capo chino dicano:
“Gesù, ti adoro in ogni luogo dove abiti Sacramentato, ti faccio compagnia per coloro che ti disprezzano, ti amo per coloro che non ti amano, ti do sollievo per coloro che ti offendono. Gesù, vieni nel mio cuore!”
. Questi momenti saranno per me di grande gioia e consolazione.
«Parla alle anime, figlia mia, parla loro del Rosario e dell’Eucaristia! Il Rosario! Il Rosario! Il Rosario! L’Eucaristia, il mio Corpo e il mio Sangue!».
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