lunedì 9 dicembre 2013

VII ADUNANZA EUCARISTICA Livorno - Madonna di Montenero


  


sabato 2 novembre 2013

"Davanti al protagonista": 

notte "bianca" con Gesù a Viareggio


Al via, dal 4 novembre al 7 dicembre 2013, 


un'Adorazione Eucaristica continua nella parrocchia di 

Santa Rita - Oratorio Anspi

ARTICOLO PUBBLICATO DA ZENIT:










E’ davvero un miracolo in una città come Viareggio, capitale del divertimento, vedere una quarantina di giovani vegliare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento tutta la notte. Ed è la sfida che abbiamo voluto lanciare: una “notte bianca” vissuta nella nostra parrocchia di santa Rita e caratterizzata dalla fraternità, dalla riflessione, dal divertimento, ma soprattutto dalla preghiera davanti al protagonista indiscusso, Gesù di Nazareth, realmente presente nell’ostia consacrata. Ed è stato proprio la relazione con Lui il tema di questa notte, una relazione che diventa preghiera accorata, preghiera che ci trasforma anche nei tratti fisici come successe a Mosè dopo aver dialogato con Dio sul monte Sinai.
La serata del 13 Agosto è iniziata con una cena di fraternità partecipando alla “sagra” che la parrocchia ha organizzato per i giorni del ferragosto. Subito dopo è iniziata la parte importante della notte: alcuni giovani della nostra parrocchia, che hanno partecipato alla GMG a Rio de Janeiro accompagnati da Don Luigi, un seminarista e due suore, hanno raccontato la loro esperienza entusiasmante, fatta da aspettative, sorprese e rendimento di grazie per un evento che ha cambiato le loro vite.
A questo incontro hanno partecipato anche un centinaio di parrocchiani che hanno riempito la piazza della chiesa, curiosi di sentire di persona, ciò che magari hanno solo visto dai mezzi di comunicazione. Dopo la presentazione della GMG, i giovani e i parrocchiani si sono spostati in chiesa per l’inizio della grande veglia, animata dai due seminaristi che svolgono servizio nella comunità. La veglia è stata preludio all’adorazione eucaristica notturna.
Quando il Santissimo Sacramento è stato esposto sull’altare, in chiesa è calato un silenzio surreale e si percepiva con mano la certezza di essere davanti ad una persona fisica, la Persona per eccellenza, Dio. Da quel momento sono iniziati i turni di adorazione, organizzati dai ragazzi stessi che si sono alternati durante tutta la notte per non lasciare solo, neanche per un istante, il Signore. Chi stava in chiesa a pregare era aiutato da uno schema di preghiera che invitava a collocare gli occhi davanti allo specchio dell’eternità, come amava dire santa Chiara, ma anche a domandarsi cosa il Signore voleva da lui e se volevano si confessavano.
E’ la domanda sulla propria vocazione, sul senso della propria vita, quella domanda che è stato il punto di partenza per tanti santi di oggi e di ieri. Chi non faceva il turno in chiesa, poteva stare in oratorio, dove c’erano anche altri giovani, per stare insieme, divertirsi, giocare, parlare con qualcuno.
Anche questo è oratorio: costruire relazioni vere che escano fuori dall'ambito virtuale, ormai tanto di moda, e preparino gli uomini e le donne del futuro a costruire la civiltà dell’amore. Ma un oratorio non è un luogo soltanto di divertimento: è un luogo dove si offre una proposta seria di fede, non superficiale ma concreta, dove si da’ ad ogni persona la possibilità di accrescere il suo rapporto con Dio. Questa è stato l’obiettivo di questa “notte bianca”. Ma torniamo appunto al programma: l’adorazione si è prolungata fino alle 7,30 del mattino, quando il sacerdote ha riposto il Santissimo nel tabernacolo.
Era finita la preghiera ma iniziava il culmine di tutto: la Santa Messa. Con la celebrazione Eucaristica abbiamo ringraziato il Signore per ciò che avevamo vissuto, pienamente consapevoli di continuare a costruire il nostro rapporto con Dio nella vita di ogni giorno. Quell’Eucaristia che abbiamo adorato ora potevamo mangiarla e sperimentare il vero rapporto fisico con Dio. E’ come se ci fossimo preparati tutta la notte a vivere questo momento dove si tocca con mano l’eternità.
Dopo la Messa, abbiamo concluso la “notte bianca” con un’abbondante colazione, un altro momento di fraternità, che ci ha permesso ancora una volta di stare insieme nel nome di Cristo. Spesso si ha paura a proporre ai giovani dei momenti forti, di qualità, come quello di sostare davanti al Signore per una notte. Questa “notte bianca” invece ci ha dimostrato che i giovani di oggi sembrano distratti, persi nel relativismo, ma dentro di loro c’è ancora qualcosa che mira in alto, c’è una sete di felicità e di eterno che l’uomo, nonostante le sue debolezze e le sue fragilità, non ha mai perso. E quando l’uomo cerca Dio, il cielo si spalanca e si affaccia su di noi per risollevarci dalla nostra pochezza. E’ il mistero di Dio, è il mistero dell’uomo!
Fra pochi giorni riproporremo a tutta la comunità e non solo l’opportunità di sostare dal 4 novembre al 7 dicembre 2013 un’Adorazione continua. Tutte le iniziative del nostro Oratorio trovano in questa esperienza la fonte vera del nostro vivere e operare. Solo Gesù riesce a darci il senso vero di ciò che siamo e ciò che facciamo. Ringraziamo il Signore per il dono delle vocazioni che non manca di donare alla nostra Comunità e il primo di dicembre anche Adelina farà la vestizione  e la prima professione dei voti nella nostra chiesa. Lui è veramente Grande.

domenica 1 settembre 2013

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

" TU, IO... ADORIAMO IL SIGNORE ? "
Basilica di San Paolo Fuori le Mura
III Domenica di Pasqua, 14 aprile 2013
Papa-Francesco-5Cari fratelli e sorelle!
È per me una gioia celebrare l’Eucaristia con voi in questa Basilica. (...) Siamo sulla tomba di san Paolo, un umile e grande Apostolo del Signore, che lo ha annunciato con la parola, lo ha testimoniato col martirio e lo ha adorato con tutto il cuore. Sono proprio questi i tre verbi sui quali vorrei riflettere alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato: annunciare, testimoniare, adorare.(....)
Ricordiamolo bene tutti: non si può annunciare il Vangelo di Gesù senza la testimonianza concreta della vita. Chi ci ascolta e ci vede deve poter leggere nelle nostre azioni ciò che ascolta dalla nostra bocca e rendere gloria a Dio! Mi viene in mente adesso un consiglio che san Francesco d’Assisi dava ai suoi fratelli: predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole. Predicare con la vita: la testimonianza. L’incoerenza dei fedeli e dei Pastori tra quello che dicono e quello che fanno, tra la parola e il modo di vivere mina la credibilità della Chiesa.
3. Ma tutto questo è possibile soltanto se riconosciamo Gesù Cristo, perché è Lui che ci ha chiamati, ci ha invitati a percorrere la sua strada, ci ha scelti. Annunciare e testimoniare è possibile solo se siamo vicini a Lui, proprio come Pietro, Giovanni e gli altri discepoli nel brano del Vangelo di oggi sono attorno a Gesù Risorto; c’è una vicinanza quotidiana con Lui, ed essi sanno bene chi è, lo conoscono. L’Evangelista sottolinea che «nessuno osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore» (Gv 21,12). E questo è un punto importante per noi: vivere un rapporto intenso con Gesù, un’intimità di dialogo e di vita, così da riconoscerlo come “il Signore”. Adorarlo! Il brano dell’Apocalisse che abbiamo ascoltato ci parla dell’adorazione: le miriadi di angeli, tutte le creature, gli esseri viventi, gli anziani, si prostrano in adorazione davanti al Trono di Dio e all’Agnello immolato, che è Cristo, a cui va la lode, l’onore e la gloria (cfr Ap 5,11-14). Vorrei che ci ponessimo tutti una domanda:
Tu, io, adoriamo il Signore? Andiamo da Dio solo per chiedere, per ringraziare, o andiamo da Lui anche per adorarlo? Che cosa vuol dire allora adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte.
Ognuno di noi, nella propria vita, in modo consapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare il Signore vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida veramente la nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia.
Questo ha una conseguenza nella nostra vita: spogliarci dei tanti idoli piccoli o grandi che abbiamo e nei quali ci rifugiamo, nei quali cerchiamo e molte volte riponiamo la nostra sicurezza. Sono idoli che spesso teniamo ben nascosti; possono essere l’ambizione, il carrierismo, il gusto del successo, il mettere al centro se stessi, la tendenza a prevalere sugli altri, la pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita, qualche peccato a cui siamo legati, e molti altri.

Questa sera vorrei che una domanda risuonasse nel cuore di ciascuno di noi e che vi rispondessimo con sincerità:

 ho pensato io a quale idolo nascosto ho nella mia vita, che mi impedisce di adorare il Signore?

Adorare è spogliarci dei nostri idoli anche quelli più nascosti, e scegliere il Signore come centro, come via maestra della nostra vita.
Cari fratelli e sorelle, il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà; ci ha fatto il grande dono di sceglierci come suoi discepoli; ci invita ad annunciarlo con gioia come il Risorto, ma ci chiede di farlo con la parola e con la testimonianza della nostra vita, nella quotidianità.

 Il Signore è l’unico, l’unico Dio della nostra vita e ci invita a spogliarci dei tanti idoli e ad adorare Lui solo. Annunciare, testimoniare, adorare. La Beata Vergine Maria e l’Apostolo Paolo ci aiutino in questo cammino e intercedano per noi. Così sia.

            Santuario di Montenero   14-9-2013


ADORAZIONE EUCARISTICA PERPETUA: 

      IV Convegno Regionale TOSCANO



Nel pomeriggio di Sabato 14 Settembre 2013, Esaltazione della Santa Croce di Gesù, al Santuario della Madonna di Montenero a Livorno, si terrà un  importante incontro di preghiera di Adorazione Eucaristica durante il 4°convegno regionale dell'Adorazione
 Eucaristica Perpetua (AEP).

 Già in diverse chiese d' Italia  viene infatti praticata questa forma di devozione che vede la presenza continuata di persone davanti all'Eucarestia  e prevede che ogni adoratore faccia 1 turno di 1 ora (o, se vuole, più ore a sua discrezione) di preghiera ogni settimana, nel giorno  che preferisce. 

Così il gruppo di "adoratori" si alterna per vegliare giorno e notte Gesù eucarestia ogni giorno della settimana per tutto l'anno. Dalle testimonianze fatte  le grazie che si ottengono sono molto grandi ,  a livello personale ma anche comunitario (sia parrocchiale che diocesano).

 In Toscana sono già 7 le realtà che vivono 24 ore su 24 la preghiera silenziosa davanti al Santissimo Sacramento. 

A Firenze nella chiesa del Corpus Domini, a Donoratico nella chiesa di S.Bernardo Abate, a Campi Bisenzio nella chiesa di S. Martino, a Lamporecchio nella parrocchia di S.Stefano, a Pistoia nella parrocchia di S.Paolo Apostolo e infine a Prato dove ci sono ben due centri: il chiesino di San Paolo  nel vicariato ovest e la cappella nella chiesa Sacra Famiglia nel vicariato est cittadino.




L'incontro inizierà, nel pomeriggio di Sabato,  con l'accoglienza dei fedeli alle ore 14,30  e terminerà con la S.Messa delle ore 18.
Sarà presieduto da Sua Eminenza il Cardinale Silvano Piovanelli ed avrà   il seguente  programma:


       - Accoglienza      alle  ore  14,30;    seguiranno poi

        - Recita del S. Rosario  alle 15,00

        - Meditazione  guidata dal Cardinale alle 15,30 ; poi la

         - Adorazione del S.S. Sacramento ,  le

         - Testimonianze   e la

         - Celebrazione Eucaristica  che inizierà alle 18,00.


Siamo  tutti  invitati a partecipare a questo bell'evento di Lode e di Adorazione a Gesù nostro Salvatore!

Sarebbe  bello che ogni diocesi della regione fosse rappresentata... 

 Perciò mi rivolgo in primis a tutti i fedeli individualmente: vi esorto e incoraggio a partecipare numerosi, magari insieme a qualche vostro amico in modo da  poter condividere insieme la bella esperienza che farete.
 In secondo luogo faccio appello alle diocesi stesse: delegate ufficialmente qualche vostro  fedele  di partecipare all'incontro. Questo evento è importante, rappresenta un grande opportunità di crescita spirituale  a disposizione di tutta la Chiesa Toscana, perchè non approfittarne?

Il Signore ci aspetta numerosi!


 Preghiamo ardentemente Dio,  affinché il suo Spirito susciti altri focolai di Adorazione in tutta la regione, specialmente in quelle zone dove ci sono le maggiori necessità, difficoltà e povertà. 







Da martedi 1 a giovedi 3 Ottobre 2013, al Santuario del Divino Amore a Roma, si terrà il 4° Congresso Nazionale dell'Adorazione Eucaristica Perpetua  (AEP)

Sarà una 3 giorni molto intensa che,tra l'altro, permetterà ai congressisti di partecipare anche all'udienza del mercoledi del Santo Padre e ad una Adorazione Eucaristica notturna.

I temi sono molteplici, questi i titoli delle relazioni congressuali:

-Eucarestia Celebrata ,Adorata, Vissuta:" Carne per la vita del mondo" (Gv6,51)

-Eucarestia cuore della vita religiosa

-Frutti e crescita della Vita Eucaristica della Chiesa: progetti e prospettive

-Metodi di evangelizzazione: presentazione di esperienze.

        - Evangelizzazione di strada

        -Cellule evangelizzatrici

        -Adunanze eucaristiche

        -Nuovi orizzonti

 Il prezzo di partecipazione  è 167 euro per la pensione completa (pulman per l'udienza del Papa compreso) e di 30 ero al giorno (pranzo compreso) per i non residenti.Se siete interessati c'è la possibilità di avere gli atti del congresso. Per avere maggiori informazioni  o iscriversi questo è il link. http://www.adorazioneperpetua.it/index.php/chi-siamo/convegno

sabato 20 luglio 2013










Un tebernacolo sempre aperto alla periferia
 di Roma

(Avvenire, 4 giugno 2013)


La storia

La parrocchia di Santa Giovanna Antida Thouret da
due anni vive l’esperienza dell’adorazione perpetua.
 “Vicini a chi è nel bisogno”.

DA ROMA GIULIA ROCCHI

C’èsempre qualcuno in ginocchio, in preghiera, in
silenzio, nella parrocchia Santa Giovanna Antida
Thouret. Giorno e notte, senza distinzioni. Nella
cappella alla destra dell’altare, infatti, il Santissi-
mo Sacramento è esposto ventiquattro ore su
ventiquattro, da più di due anni, per l’adorazione
eucaristica perpetua.

L’iniziativa è partita ufficialmente il 27 febbraio
2011, con la Messa e la benedizione del vescovo
ausiliare Paolo Schiavon”, racconta don Massimi-
liano Nazio, parroco del quartiere della comunità
di Fonte Meravigliosa. Novemila anime, che abita-
no nella zona alla periferia sud di Roma. “Ma in
realtà – riprende il sacerdote – già dall’ottobre del
 2010 avevamo cominciato con un’adorazione
eucaristica prolungata, se così possiamo dire, con
 l’ostensorio esposto sia la mattina che il pomerig-
gio, circa dieci ore al giorno durante i feriali”.

A dicembre dello stesso anno, poi, la parrocchia ha
 lanciato una vera e propria missione per l’adorazio-
ne perpetua: “Servivano molti volontari, perché
deve esserci sempre qualcuno che ‘vigili’, in qualche
 maniera, sul Santissimo”. In tantissimi hanno
risposto all’appello lanciato dal parroco: all’inizio si
 sono fatti avanti in duecento, offrendosi disponibili
per turni settimanali in modo da coprire le ventiquat-
tro ore.

Adesso, addirittura, sono più di trecento le persone
coinvolte, arrivate anche da parrocchie vicine. “Duran-
te la notte le porte della chiesa sono chiuse – ricorda
don Massimiliano – ma basta citofonare perché venga
aperto”. La preghiera continua sta portando molti frutti.
 “Questa iniziativa ha avvicinato alla comunità tante
persone che hanno una spiritualità più solitaria, di silen-
zio –sottolinea don Nazio -. Quelle che, per indole o
altri motivi, preferiscono non entrare a far parte dei
gruppi o dei movimenti che sono presenti nella nostra
 comunità parrocchiale”.

E poi ci sono i tanti che vivono situazioni di difficoltà,
di disagio economico, di crisi familiare, di abbandono.
“Vengono a pregare soprattutto durante la notte
– spiega ancora il parroco – perché è proprio nelle ore
notturne che la solitudine si fa sentire di più. Quando
scende la sera è come se i problemi si acuissero e poter
 stare con Gesù è una grande consolazione. A volte
penso a questa iniziativa come a una sorta di pronto
soccorso, sempre aperto per chi ha bisogno”.

La vera adorazione è quella davanti al tabernacolo, ma
 è possibile pregare anche on line grazie al sito
 
 
pensato per chi, a causa di una malattia
o magari per l’età avanzata, non
 ha facilità a recarsi nella cappella. “L’adorazione mi ha
 cambiato la vita – dice Alessandro, volontario che si
occupa del portale-. All’inizio lì, davanti al Santissimo,
 recitavo il Rosario. Adesso resto in silenzio assoluto,
in ascolto del Signore”:Alessandro gestisce anche i
turni dei volontari: “Talvolta è difficile coprire il periodo
 estivo, con tanti che vanno in ferie; ma ce l’abbiamo
fatta per due anni, e ci stiamo riuscendo anche stavolta.

Anche Anna è nel “gruppo degli adoratori”, come sono
 chiamati quanti prestano questo servizio in parrocchia:
 “La cappella dell’adorazione perpetua offre a tutti un
luogo dove fermarsi per stare con Dio, dimentichi della
 vita frenetica di tutti i giorni. Uno spazio per riflettere,
 per meditare, per pregare Colui che ci dona la vera
pace e la vera gioia”.

Sono sempre disponibili per il turno notturno i coniugi
Mario e Silvia:“Facciamo parte dell’Opus Dei – raccontano -
, fare gli adoratori durante la notte è davvero un’espe-
rienza particolare”.All’inizio “pensavo che saremmo stati
noi soli, e nessuno avrebbe mai suonato il citofono
– ammette Silvia – invece in tanti chiedono di entrare.
Essere lì davanti a Gesù è anche un modo per pregare
per quanti, proprio in quelle ore, stanno commettendo
 errori, reati: per chi è solo in ospedale, o in casa; per l
a varia umanità che ci sta intorno”.

Santa Giovanna Antida Thouret è tra le poche parrocchie
 a proporre l’adorazione eucaristica perpetua. “La nostra
 speranza –conclude don Massimiliano – è che questa
esperienza si diffonda. La nostra cappella è come un
polmone che dona continuamente ossigeno spirituale a
 molti che hanno bisogno delle nostre preghiere. Sapere
 che c’è sempre qualcuno che sta pregando è bellissimo”.








 



 


 

 

 

 







domenica 2 giugno 2013

 

Papa Francesco presiede l’Adorazione Eucaristica in contemporanea mondiale



(Dal sito:  IT.RADIO VATICANA.VA )
  Giornata del Corpus Domini 2 Giugno 2013
Nella solennità del Corpus Domini e nel contesto dell’Anno della Fede, Papa Francesco presiederà oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17 nella Basilica di San Pietro, una speciale Adorazione Eucaristica che si estenderà in contemporanea in tutto il mondo, coinvolgendo le cattedrali e le parrocchie di ogni diocesi. Per un'ora, dunque, tutto il mondo sarà unito in preghiera e in adorazione del Santissimo Sacramento. Su questo straordinario evento, Antonella Palermo ha intervistato don Alberto Pacini, rettore della Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, dove da dodici anni si svolge l’adorazione perpetua:RealAudioMP3
R. - Questa iniziativa è una gioiosa occasione, ma non una sorpresa perché è perfettamente in linea di continuità con il Magistero di Giovanni Paolo II, il quale diceva: “Le nostre comunità cristiane devono diventare scuole di preghiera” e Benedetto XVI che scrive, nella Sacramentum Caritatis, “Peccheremmo se non adorassimo Colui che andiamo a ricevere”. Quindi, questo senso di tornare all’Eucarestia da celebrare bene, sicuramente in sintonia con lo Spirito, ma anche da adorare perché è la viva presenza del Signore.

D. – Cosa significa “adorare”?

R. – Adorare è un atto di amore. Quando nelle parrocchie andiamo a fare le Settimane eucaristiche chiediamo ai bambini: “Cosa vuol dire adorare?” e loro dicono “amare!”- perché nella terminologia corrente si usa in maniera un po’ equivoca: “Adoro questa cosa” - allora, spiego subito: “Si adora solo il Signore”! Però è vero, è un atto di amore: un cuore che si sintonizza con un altro cuore ed il nostro cuore è sintonizzato con il cuore di Dio.

D. – Se non ci si educa a questa "scuola" del restare di fronte a Gesù, probabilmente non lo si riesce neanche a “gustare” nel momento in cui si fa la Comunione...

R. – La nostra mentalità “fast food” – mordi e fuggi – ci porta a tempi affrettati, a tempi nei quali c’è poco silenzio ed invece è fondamentale questo stare nel silenzio. “Rimanete con me” e “rimani con noi”, come disse Giovanni Paolo II. “Rimani con noi o divino viandante, Mane nobiscum Domine - rimani con noi Signore perché si fa sera”, sono le parole dei pellegrini di Emmaus - Luca capitolo XXIV - cioè, questo stare con il Signore, perché noi senza di Lui non possiamo far nulla.



Noi da questa esperienza dell’Adorazione Perpetua abbiamo sviluppato un ministero di ascolto, di confessione, di riconciliazione delle persone: vengono persone con le vite “frantumate”, vengono persone con la crisi dei valori più assurda, vengono persone che sono in cerca di un’identità e lì il Signore ci svela la nostra vera identità. Stando con il Signore riscopriamo la nostra chiamata.

Allora: misericordia nell’accogliere le miserie, le povertà e quindi esperienza di una Chiesa Santa. Abbiamo purtroppo testimonianze della nostra non-santità come sacerdoti, ma l’Eucarestia ci ridà la vera identità: il perché io sono prete, perché io sono sposato, perché sono consacrato, o consacrata…




Adorazione Eucaristica Perpetua: l'Anima del mondo

Parla don Alberto Pacini, rettore della basilica di Santa Anastasia a Roma

L’autenticità della vita cristiana si misura dalla profondità della preghiera, un faro per il cristiano che lo guida nel difficile cammino della conversione verso la scoperta della Verità, l’unica che dia un significato profondo all’esistenza umana.


Dalla preghiera infatti, il cristiano può ottenere la forza necessaria per abbandonare il porto sicuro e “prendere finalmente il largo”: un invito che lo stesso Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000, aveva rivolto a tutti i fedeli per vivere concretamente la Parola di Dio.

Don Alberto Pacini, Rettore della Basilica di Sant’Anastasia, è stato uno dei primi a rispondere all’invito del Beato Giovanni Paolo II: “Il Santo Padre chiese di trasformare le comunità cristiane in vere scuole di preghiera – spiega a ZENIT don Alberto – da quell’invito e dalla mia personale formazione eucaristica, è nata, nel marzo del 2001, l’Adorazione Eucaristica Perpetua nella Basilica di Sant’Anastasia. Giovanni Paolo II inviò la sua lettera di benedizione e in seguito anche Benedetto XVI ha definito l’Adorazione Perpetua una “primavera eucaristica”.

Ultimamente, ho incontrato personalmente il Cardinale Vicario Agostino Vallini che ha espresso il desiderio, condiviso dal Santo Padre, di diffondere l’Adorazione Perpetua in tutte le parrocchie di Roma”.

La rete delle chiese dove avviene l’Adorazione Perpetua è cresciuta attraverso l’annuncio delle settimane eucaristiche: “In queste occasioni religiosi e laici si impegnano in maniera molto concreta per porre l’Eucarestia al centro della vita pulsante delle parrocchie – continua Don Alberto -. L’Eucarestia, come disse Benedetto XVI in occasione della 23° Giornata Mondiale della Gioventù, è una “perpetua Pentecoste”: comprendiamo così che l’Eucarestia, la fonte dello Spirito Santo, se posta al centro della vita parrocchiale, può suscitare un grande entusiasmo tra i fedeli che trovano così un risveglio nella vita liturgica.

 I luoghi dove avviene l’Adorazione Perpetua sono caratterizzati dallo sguardo profondo e dal cuore aperto dei fedeli verso Colui che è realmente presente nel Sacramento dell’Eucarestia. L’Eucarestia non è un simbolo ma una presenza viva, reale: il sacrificio d’amore di Gesù, il più alto atto d’amore di Dio nei confronti dell’umanità che non può lasciare indifferenti quanti si accostano al Santissimo Sacramento”.

L’Adorazione Perpetua, nel periodo di battaglia spirituale vissuto oggi dalla Chiesa, risponde alla chiamata del Signore di “salire sul monte”, come il Papa ha voluto ricordare domenica scorsa nel corso del suo ultimo Angelus: “Se ricordiamo la difficile  battaglia del popolo d’ Israele contro il forte Amaleck – ricorda Don Alberto Pacini -. Mosè, con le braccia alzate in preghiera, permise ad Israele di combattere e sconfiggere il suo nemico”.

Anche un numero limitato di persone dedite all’Adorazione Perpetua può cambiare le sorti dell’umanità: “Il Signore ha rivelato a Faustina Kowalska che quando uno solo dei fedeli è in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, è come se tutta l’umanità fosse lì presente. L’atto d’amore e di preghiera rivolto all’Eucarestia, collabora alla redenzione che Cristo opera nei confronti dell’umanità attraverso la preghiera di un fedele”.

La Basilica di Sant’Anastasia è  il luogo dove da qualche anno è nato il Centro di Aiuto alla Vita Roma Palatino che opera nell’aiutare le donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, un’attività legata all’Adorazione Eucaristica da un filo invisibile: “L’Adorazione Eucaristica non è una chiusura nei confronti del mondo ma spinge a prendersi a cuore le sorti dell’umanità in modo concreto.  Il Centro di Aiuto alla Vita Roma Palatino è stato proprio uno dei frutti dell’Adorazione Perpetua: dieci anni di preghiera hanno generato il CAV, attraverso il quale sono nati altri centri di aiuto alla vita a Roma, nei luoghi dove avviene l’Adorazione Perpetua”.

Tema fondamentale della Bibbia, attorno a cui ruotano tutti gli altri, è l’uomo e la sua vita: “Nel libro della Genesi si legge che  la vita è un dono prezioso di Dio da difendere,  custodire e tutelare. Un dono di cui noi non siamo proprietari ma semplici amministratori. Nel momento stesso in cui le due cellule si incontrano, il loro contenuto biologico si trasforma in una vita umana che ha un valore prezioso non solo nella sua perfetta funzionalità naturale ma anche nelle sue forme imperfette, di disabilità, di malattia, che hanno la stessa dignità e lo stesso diritto di esistere”.

Oltre alla difesa della vita, l’intenzione dell’Adorazione Perpetua a Sant’Anastasia è quella di pregare per Israele: “Come disse Gesù alla Samaritana, la salvezza viene dai Giudei – afferma Don Alberto -. Il popolo d’Israele, è il popolo al quale Dio ha affidato la missione di far conoscere il Messia al mondo intero.

Preghiamo inoltre per la Chiesa, per una nuova effusione dello Spirito Santo, per l’evangelizzazione di tutta l’umanità, per il diffondersi dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, per la Comunione all’interno della Chiesa cattolica e l’unità tra le chiese cristiane. Intenzioni per cui tutti i cristiani dovrebbero pregare”.

L’eucarestia, evidenzia infine Don Alberto Pacini, è un mandato: “Il mandato è annuncio, testimonianza, condivisione.  Dalla mia esperienza di cinque anni di missione in Kenya, la Basilica di Sant’Anastasia sostiene missioni eucaristiche, di evangelizzazione e promozione umana in vari paesi come Sri Lanka, Colombia e in Africa dove si porta un sostegno concreto e una testimonianza eucaristica che ha fatto nascere poli per l’Adorazione Perpetua anche in questi paesi”.

lunedì 18 febbraio 2013


 

Cardinale Mauro Piacenza: “La stessa celebrazione eucaristica diventi adorazione.

 

   

 
 
 
La celebrazione eucaristica diventi adorazione.(Tratto da : Zenit.org)

Messaggio per il Giovedì Santo 2011 del Cardinale Mauro Piacenza
(prefetto della Congregazione per il Clero).


 
Cardinale Mauro Piacenza: “La stessa celebrazione eucaristica diventi adorazione.

È per me motivo di profonda gioia rivolgermi ai Sacerdoti nel giorno del Giovedì Santo. Giorno mirabile, nel quale, per imprescindibile disegno della divina Provvidenza, nostro Signore ha istituito congiuntamente il Sacramento del santo Sacerdozio e quello della Santissima Eucaristia.

Una tale congiunta istituzione postula la loro assoluta inseparabilità: dove c’è il Sacerdozio cattolico, là c’è valida Eucaristia, e dove c’è l’Eucaristia, celebrata ed adorata, fioriscono le Vocazioni al Sacerdozio.



 
Eucaristia e Sacerdozio, poi, insieme, generano la Chiesa, nella quale e dalla quale, a loro volta, sono celebrati in quella misteriosa e radicale reciprocità, che rende il Corpo – la Chiesa – inseparabile dai suoi gesti, i Sacramenti.


Introduciamoci al grande Mistero del Giovedì Santo, disponendo il cuore all’ascolto di quel soave comando del Signore: «Fate questo in memoria di Me». Da duemila anni, tutta la Chiesa, e in essa particolarmente i Sacerdoti, accoglie il comando del Signore, riconoscendovi la continua descrizione della propria storia e, soprattutto, della propria identità.

La Chiesa è il “fare questo in memoria di Lui”; la Chiesa si identifica con l’obbedienza al comando del Signore e con la celebrazione dell’Eucaristia, che essa vede nascere nel suo grembo e dalla quale, tuttavia, totalmente dipende.
 
La santità e la centralità del Mistero Eucaristico rendono ancora più stridenti le parole evangeliche nella quali, proprio nel momento in cui Gesù consumava l’Ultima Cena con i Suoi discepoli, si parla di un tradimento; del più grande tradimento della storia: quello di Giuda! «Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato».

Il tradimento si consuma per un drammatico errore di valutazione, nel quale si manifesta la totale incomprensione, da parte del traditore, dell’identità e della verità del Signore: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».

Questa domanda, è ripetuta ancora oggi in ogni tradimento del Signore, in ogni gesto degli uomini, che scambiano Dio con ciò che non è Dio; in ogni profanazione, mancanza di rispetto e banalizzazione della Santissima Eucaristia! «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».

Ogni volta che l’Eucaristia non è tenuta nella giusta considerazione, che ad Essa non è dato il suo posto nella Chiesa, cioè quello principale, ogni volta che l’adorazione dovuta all’Eucaristia non è compresa, o ad essa non sono introdotti ed educati i fedeli, rischiamo di vedere pronunciate, ancora una volta, le parole del traditore: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».




La vera fede non può mai essere separata da autentica e profonda umiltà. Un’umiltà tanto più profonda quanto più riconosce che qualunque barlume di fedeltà a Dio nasce dalla Sua grazia ed è alimentato, sostenuto e nutrito, imprescindibilmente, dalla Santissima Eucaristia.



Il discepolo si riconosce continuamente bisognoso della Misericordia del Signore e del sostegno imprescindibile della Sua grazia. Il discepolo, perciò, è chiamato a rinnovare continuamente il proprio “sì”, a sentirsi parte di quel Corpo, la Chiesa, che da duemila anni compie i gesti del Suo Capo, Cristo, e, in essi e attraverso di essi, offre all’umanità la Salvezza che Egli ci ha guadagnata.
 
La preghiera per la santificazione dei Sacerdoti è quanto mai utile e necessaria in ogni tempo della Chiesa, poiché ad essi è misteriosamente affidata la memoria e la Presenza del Risorto attraverso il Memoriale del Santissimo Sacrificio della Messa.

La consapevolezza di una tale altissima Vocazione rende profondamente grato il Popolo santo di Dio; grato per il dono dei Sacerdoti, grato per il dono dell’Eucaristia, Presenza del Risorto in mezzo al Suo Popolo, e grato per il dono della Vocazioni sacerdotali, per il “sì” libero e lieto di quanti accolgono la divina Chiamata.
 


La profonda unità tra memoria e presenza costituisce l’imprescindibile presupposto teologico dell’adorazione eucaristica.

Se paiono ormai totalmente superate le polemiche dei decenni passati, che volevano una prevalenza della celebrazione sulla adorazione, tuttavia, ancora molto cammino resta da fare per l’ulteriore, fondamentale passo che la nostra fede ci domanda e le circostanze esigono.



 
Non è sufficiente il recupero dell’adorazione accanto alla celebrazione dell’Eucaristia – che pure è cosa doverosa e lodevole –, ma è necessario che per tutti, sia sacerdoti, sia fedeli laici, la stessa celebrazione Eucaristica diventi adorazione.


 
Nel rispetto della distinzione del momento celebrativo da quello dell’adorazione – che anche a livello liturgico sono regolati da differenti testi –, appare evidente come il solo modo per evitare che l’adorazione eucaristica si riduca a momenti di spiritualità soggettiva, esposti a tutte le derive sentimentali possibili, sia che la stessa celebrazione Eucaristica comunitaria, cioè della Chiesa, sia compresa e vissuta come culto di adorazione a Dio.
 
Del resto, ben lo sappiamo, la celebrazione Eucaristica è il culto perfetto, poiché, in Essa, Cristo stesso rende lode al Padre, ed il Sacerdote, che agisce nella Persona di Cristo Capo, viene tirato in questo teandrico atto di lode, che abbraccia, in forza della communio sanctorum battesimale, l’intero Popolo di Dio.

Celebrare e adorare l’Eucaristia non sono allora due distinti modi di vivere il “culto eucaristico”, ma devono, in modo progressivo ed autentico, tendenzialmente coincidere.




Si celebra l’Eucaristia, adorandola, e la si adora, celebrandola!



Un tale, prezioso cammino di teologica e spirituale unità, tra celebrazione e adorazione della Santissima Eucaristia, domanda il moltiplicarsi, come il fiorire, in ogni dove, di veri e propri “Cenacoli di preghiera”, nei quali venire educati da Cristo stesso al rapporto con Lui e, perciò, all’ascolto della Sua parola e della Sua volontà, anche e soprattutto quando essa ci domanda di seguirLo nella radicalità della apostolica vivendi forma, della forma di vivere degli Apostoli.




Entriamo così nel Tempo più santo dell’intero Anno Liturgico.
Sediamo a mensa con Gesù nel Giovedì Santo e adoriamo la Sua divina Presenza; saliamo con Lui al Calvario, unendoci alla perfezione della Sua offerta, imitando la disponibilità al sacrificio da Egli vissuta: «Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi» (Is 50,5); attendiamo con la fede di Maria, nel silenzio del Sabato Santo e, con Maria, esultiamo, Domenica, nella gioia del Risorto, che ha sconfitto per sempre la morte ed il peccato!


Proprio dall’evento della Risurrezione, del superamento cioè dei limiti spazio-temporali del Verbo incarnato, dipende la possibilità stessa della Sua Presenza reale nella Eucaristia: Colui che è presente nella Santissima Eucaristia, celebrata ed adorata, è esattamente il Risorto!
 

Celebrando e adorando l’Eucaristia, allora, noi celebriamo ed adoriamo il Risorto! Egli ci attiri a Sé, fino a coinvolgerci nell’intimità della Sua Vita divina trinitaria, attraverso la Santa Comunione.

 

 

giovedì 24 gennaio 2013

MIRACOLO DEL NOSTRO TEMPO
(Dati estratti dal sito ReligionenLIbertad.com)


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Sacerdote riscatta parrocchia marsigliese che stava per essere chiusa, dice: La vita spirituale non si concepisce senza l’adorazione del Santissimo Sacramento e senza un ardente amore per Maria


Il sacerdote francese, padre Michel Marie Zanotti Sorkine, di circa cinquanta anni è di origine russa, italiana e corso. E’ oggi conosciuto in tutta la Francia e fuori perché gli diedero una parrocchia di Marsiglia che stava sul punto di essere chiusa per via della quasi inesistenza di fedeli, al centro di una forte presenza musulmana, mentre attualmente partecipano alla Messa domenicale più di settecento fedeli.

Da quando arrivò, oramai da otto anni, ha battezzato circa duecento adulti. Il segreto? Cristo, il Signore, nei sacramenti, sempre disponibile attraverso il sacerdote, in una nuova e curata liturgia, in una chiesa sempre pulita, accogliente e sempre aperta. E, naturalmente, la presenza silenziosa e operante della Santissima Vergine.

La liturgia è centrale perché manifesta la fede di quello che si celebra. Una liturgia non curata è riflesso di carenza nella fede.

Le persone si sentono attratte alla sua chiesa per la ricchezza dell’Eucaristia. Dice P. Michel Marie:

“Do un’ importanza speciale alla celebrazione della Messa per evidenziare il significato del sacrificio eucaristico e la realtà della Presenza”.

“La vita spirituale non si concilia senza l’adorazione e la recita quotidiana del Rosario diretto agli studenti e ai giovani".

 Sostiene, con assoluta ragione, che la bellezza della liturgia conduce a Dio. Le sue omelie sono curate e famose con continue chiamate alla conversione, alla salvezza. Secondo P Michel Marie, il non parlare della necessità della salvezza “è forse una delle principali cause dell’indifferenza religiosa che viviamo nel mondo contemporaneo”.

Prima di tutto chiarezza nel messaggio evangelico. Per questo mette in allarme riguardo la frase che tanto frequentemente viene ascoltata e ripetuta “tutti andremo in cielo” dicendo che è un errore che può risultare tragico. E’ “altra cosa che ci può ingannare” poiché c’è da lottare, incominciando dal sacerdote, per raggiungere il Paradiso.

Tutt’uno con l’Eucaristia, padre Zanotti Sorkine si è dedicato fin dal principio a trascorrere molto tempo nel confessionale. Moltissime persone di ogni età e condizione si avvicinano al sacramento della riconciliazione. Code di parrocchiani per confessarsi aspettano fin da prima dell’apertura della chiesa. Molti anche vanno a chiedere al sacerdote consigli, chi trascorre lunghe ore nel confessionale, anche oltre le 23.

In una intervista per KTO, televisione francese, diceva che “se oggi durante il giorno la chiesa non è aperta significa da un certo punto di vista che non abbiamo nulla da proporre, che tutto cio’ che offriamo è finito. Al contrario in questo caso la chiesa è aperta tutto il giorno, c’è gente che viene, praticamente mai abbiamo avuto furti, c’è gente che prega e le garantisco che questa chiesa si trasforma in uno strumento straordinario che favorisce l’incontro fra l’anima e Dio”.

Insieme al primato dei sacramenti, questo sacerdote francese, ha dato importanza ai sacramentali e fra questi alla veste talare che indossa e al rosario che porta nelle sue mani.

Per questo prete di alta statura è primario che il sacerdote si distingua dal resto della gente. “Ogni uomo, incominciando da colui che incrocia la soglia della chiesa, ha il diritto di incontrare un sacerdote. Il servizio che offriamo è tanto importante per la salvezza che la nostra visione deve essere tangibile e efficace per permettere questa riunione”. Sacerdote sì è “a tempo pieno”, tutto il giorno e sempre. “Il servizio deve essere permanente. Cosa pensereste di un marito che lungo la strada per raggiungere il suo ufficio al mattino si togliesse la fede?”. “Riguardo coloro che dicono che l’abito crea una distanza significa che non conoscono il cuore dei poveri per cui cio’ che si vede dice di più di cio’ che si dice”.

Ricorda, inoltre, che la prima cosa che facevano i regimi comunisti era quella di eliminare l’abito ecclesiastico conoscendo l’importanza della comunicazione della fede.

La storia del padre Zanotti Sorkine è, a dir poco, variopinta. Perde sua madre quando aveva appena 13 anni. Ha un grande talento musicale (è compositore e cantante)e a cio’ si aggrappa. Non si deve dimenticare però che cerca come Madre la Santissima Vergine. Per la musica, vive all’inizio a Montecarlo e poi a Parigi. A quel tempo è cantante di cabaret. Nel mezzo di questa vita la voce di Dio è più forte e risponde alla chiamata, entrando nell’ordine di San Domenico dovuto alla devozione che ha per il santo. Poi passa ai francescani per il fascino che aveva riguardo san Massimiliano Kolbe. Tanto in uno che nell’altro ordine trascorre quattro anni, in totale otto anni. Questo dal 1988 al 1996.

Nel 1999, a quasi 40 anni, è ordinato sacerdote nella diocesi di Marsiglia.