domenica 2 giugno 2013

Adorazione Eucaristica Perpetua: l'Anima del mondo

Parla don Alberto Pacini, rettore della basilica di Santa Anastasia a Roma

L’autenticità della vita cristiana si misura dalla profondità della preghiera, un faro per il cristiano che lo guida nel difficile cammino della conversione verso la scoperta della Verità, l’unica che dia un significato profondo all’esistenza umana.


Dalla preghiera infatti, il cristiano può ottenere la forza necessaria per abbandonare il porto sicuro e “prendere finalmente il largo”: un invito che lo stesso Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000, aveva rivolto a tutti i fedeli per vivere concretamente la Parola di Dio.

Don Alberto Pacini, Rettore della Basilica di Sant’Anastasia, è stato uno dei primi a rispondere all’invito del Beato Giovanni Paolo II: “Il Santo Padre chiese di trasformare le comunità cristiane in vere scuole di preghiera – spiega a ZENIT don Alberto – da quell’invito e dalla mia personale formazione eucaristica, è nata, nel marzo del 2001, l’Adorazione Eucaristica Perpetua nella Basilica di Sant’Anastasia. Giovanni Paolo II inviò la sua lettera di benedizione e in seguito anche Benedetto XVI ha definito l’Adorazione Perpetua una “primavera eucaristica”.

Ultimamente, ho incontrato personalmente il Cardinale Vicario Agostino Vallini che ha espresso il desiderio, condiviso dal Santo Padre, di diffondere l’Adorazione Perpetua in tutte le parrocchie di Roma”.

La rete delle chiese dove avviene l’Adorazione Perpetua è cresciuta attraverso l’annuncio delle settimane eucaristiche: “In queste occasioni religiosi e laici si impegnano in maniera molto concreta per porre l’Eucarestia al centro della vita pulsante delle parrocchie – continua Don Alberto -. L’Eucarestia, come disse Benedetto XVI in occasione della 23° Giornata Mondiale della Gioventù, è una “perpetua Pentecoste”: comprendiamo così che l’Eucarestia, la fonte dello Spirito Santo, se posta al centro della vita parrocchiale, può suscitare un grande entusiasmo tra i fedeli che trovano così un risveglio nella vita liturgica.

 I luoghi dove avviene l’Adorazione Perpetua sono caratterizzati dallo sguardo profondo e dal cuore aperto dei fedeli verso Colui che è realmente presente nel Sacramento dell’Eucarestia. L’Eucarestia non è un simbolo ma una presenza viva, reale: il sacrificio d’amore di Gesù, il più alto atto d’amore di Dio nei confronti dell’umanità che non può lasciare indifferenti quanti si accostano al Santissimo Sacramento”.

L’Adorazione Perpetua, nel periodo di battaglia spirituale vissuto oggi dalla Chiesa, risponde alla chiamata del Signore di “salire sul monte”, come il Papa ha voluto ricordare domenica scorsa nel corso del suo ultimo Angelus: “Se ricordiamo la difficile  battaglia del popolo d’ Israele contro il forte Amaleck – ricorda Don Alberto Pacini -. Mosè, con le braccia alzate in preghiera, permise ad Israele di combattere e sconfiggere il suo nemico”.

Anche un numero limitato di persone dedite all’Adorazione Perpetua può cambiare le sorti dell’umanità: “Il Signore ha rivelato a Faustina Kowalska che quando uno solo dei fedeli è in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, è come se tutta l’umanità fosse lì presente. L’atto d’amore e di preghiera rivolto all’Eucarestia, collabora alla redenzione che Cristo opera nei confronti dell’umanità attraverso la preghiera di un fedele”.

La Basilica di Sant’Anastasia è  il luogo dove da qualche anno è nato il Centro di Aiuto alla Vita Roma Palatino che opera nell’aiutare le donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, un’attività legata all’Adorazione Eucaristica da un filo invisibile: “L’Adorazione Eucaristica non è una chiusura nei confronti del mondo ma spinge a prendersi a cuore le sorti dell’umanità in modo concreto.  Il Centro di Aiuto alla Vita Roma Palatino è stato proprio uno dei frutti dell’Adorazione Perpetua: dieci anni di preghiera hanno generato il CAV, attraverso il quale sono nati altri centri di aiuto alla vita a Roma, nei luoghi dove avviene l’Adorazione Perpetua”.

Tema fondamentale della Bibbia, attorno a cui ruotano tutti gli altri, è l’uomo e la sua vita: “Nel libro della Genesi si legge che  la vita è un dono prezioso di Dio da difendere,  custodire e tutelare. Un dono di cui noi non siamo proprietari ma semplici amministratori. Nel momento stesso in cui le due cellule si incontrano, il loro contenuto biologico si trasforma in una vita umana che ha un valore prezioso non solo nella sua perfetta funzionalità naturale ma anche nelle sue forme imperfette, di disabilità, di malattia, che hanno la stessa dignità e lo stesso diritto di esistere”.

Oltre alla difesa della vita, l’intenzione dell’Adorazione Perpetua a Sant’Anastasia è quella di pregare per Israele: “Come disse Gesù alla Samaritana, la salvezza viene dai Giudei – afferma Don Alberto -. Il popolo d’Israele, è il popolo al quale Dio ha affidato la missione di far conoscere il Messia al mondo intero.

Preghiamo inoltre per la Chiesa, per una nuova effusione dello Spirito Santo, per l’evangelizzazione di tutta l’umanità, per il diffondersi dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, per la Comunione all’interno della Chiesa cattolica e l’unità tra le chiese cristiane. Intenzioni per cui tutti i cristiani dovrebbero pregare”.

L’eucarestia, evidenzia infine Don Alberto Pacini, è un mandato: “Il mandato è annuncio, testimonianza, condivisione.  Dalla mia esperienza di cinque anni di missione in Kenya, la Basilica di Sant’Anastasia sostiene missioni eucaristiche, di evangelizzazione e promozione umana in vari paesi come Sri Lanka, Colombia e in Africa dove si porta un sostegno concreto e una testimonianza eucaristica che ha fatto nascere poli per l’Adorazione Perpetua anche in questi paesi”.

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